Scoperta di funghi e ricette a Salina pt.3

L’inverno è alle porte, ma come si è detto il tempo consente ancora di camminare per le montagne di Salina, specie nel mese di dicembre (leggi articolo). Ancora una volta, è la raccolta dei funghi a permettere escursioni inedite specialmente su Monte Fossa delle Felci. Dopo il Boletus luridus e il Lactarius deliciosus, adesso è la volta dell’Hydnum repandum, meglio conosciuto col nome di “Steccherino dorato”. Tale nomignolo è dovuto al fatto che sotto il cappello questo fungo non ha né lamelle e né una spugna, bensì i cosiddetti idni, cioè dei minuscoli aculei (che comunque non pungono!). Si tratta di un fungo piccolo, alto tra i 2 ed i 9 cm, con un diametro che arriva massimo ai 4 cm. Il cappello è spesso contorto, col contorno irregolare, sia piano che concavo, glabro e asciutto, dalla colorazione che va dal giallo pallido (quasi bianco) all’opaco-aranciato.

Va raccolto con delicatezza, perché è molto fragile. Siccome spesso cresce in gruppi a forma di ampi cerchi nei boschi  di conifere e latifoglie, questo permette di effettuare hiking e vere proprie escursioni davvero alternative, andando ad esplorare le scarpate nascoste della montagna più alta delle Eolie. Accompagnati come sempre da esperti sia di funghi che della zona, sarà possibile scoprire vallate fuori pista che altrimenti rimarrebbero sconosciute. È un fungo che cresce durante un lungo arco di tempo, dalla fine dell’estate e per tutto l’autunno. In una zona temperata come quella di Salina, è possibile raccoglierlo addirittura fino a gennaio. Tempo permettendo, questo è un pretesto per girare i monti a piedi con scadenza praticamente settimanale.

Lo steccherino necessita di essere ripulito dai suoi piccoli aculei, che diversamente lo renderebbero amarognolo. Soprattutto gli esemplari più giovani hanno un buon sapore, anche se inusuale. Il possibile amaro (soprattutto in quelli vecchi) può essere eliminato con una ricetta molto particolare che permette di condire ottimamente le tagliatelle. Soffriggere cipolle col burro fino alla trasparenza e, dopo averli tenuti a mollo nel latte, aggiungere i funghi per rosolarli a fuoco dolce. Versare pian piano il latte in cui sono stati tenuti gli steccherini e, mescolando, ci si renderà conto che il preparato si va addensando, diventando cremoso. In questo frattempo si consiglia di aggiungere il sale e della noce moscata.

Qualcuno incorpora poi un rosso d’uovo sbattuto, ma francamente appare eccessivo; la preparazione sopra indicata appare di per sé sufficiente. Aggiungere poi del peperoncino rosso in polvere a proprio gusto ed il consueto prezzemolo, specificando comunque che questo tipo di fungo si sposa molto bene anche con la maggiorana. E siccome lo steccherino sembra predisposto ad essere gustato con dei sapori particolari, qualora dovesse essere semplicemente trifolato, sarà meglio gustato con dei crostini di pane preparato con spezie tipo il cumino. La scoperta dei funghi isolani, del loro habitat e di gustose ricette continua!

Michele Merenda