La scuola racconta il turismo a Salina, tra cinema ed escursioni

Ci sono tanti modi per fare turismo. Uno di questi, è raccontarlo. Raccontare la propria terra, la propria tradizione, facendo vivere i luoghi. Questo è l’intento del progetto estivo a cui stanno partecipando i ragazzi della scuola media di Salina: un PON con cui ci si ripromette, per l’appunto, di raccontare turismo e di trasmettere ai più giovani una conoscenza che faccia loro amare ancora di più la propria isola.

Ce ne sono di posti da raccontare, nel cuore verde eoliano. Non si poteva non partire dal sito impervio in cui si trova “La Pietra che Suona”, il masso misterioso di cui si è spesso parlato su queste pagine virtuali; un posto che adesso può essere raggiunto grazie ai volontari di Leni che ne hanno ripulito le vie d’accesso. Un tempo, se ne sentiva solo parlare. I ragazzi hanno quindi attraversato una delle quattro strade che collegano a Valle Spina, un luogo importantissimo per i suoi uliveti e per gli antichi muretti a secco, che per la loro solidità e perfezione meriterebbero di diventare un patrimonio mondiale. Giunti sul posto, ci si è poi sbizzarriti con le proprie capacità percussive (vedi video).

Ma parlando di turismo, la prima puntata di questo progetto non poteva non puntare la propria attenzione su Rinella, il borgo marinaro frazione del Comune di Leni. È stata l’occasione per recarsi in “Piazza Magnani” e ricordare l’attrice omonima che fu protagonista del film “Vulcano”. Quest’ultimo – nonostante il titolo – fu girato per buona parte a Salina ed entrò in quella che negli anni ’50 venne mediaticamente definita La guerra dei vulcani. Contemporaneamente, infatti, veniva girato “Stromboli, terra di Dio” di Rossellini, la cui protagonista era quella Ingrid Bergman che aveva “scippato” il marito alla Magnani… e che guarda caso era proprio il regista Rossellini!

Una storia ricca di aneddoti e che ebbe il merito di far accendere i riflettori sulle isole Eolie (indimenticabili le riprese subacquee rivoluzionarie della Panaria film), le quali stavano subendo una nuova emorragia emigratoria, soprattutto in Australia. Da quel momento, pian piano, si sarebbero affacciate le stagioni turistiche, le emigrazioni si sarebbero arrestate, l’economia si sarebbe ripresa e si sarebbe anche riscoperta la cultura agricola.

Grazie a questo processo di concatenazioni, oggi i ragazzi stanno riscoprendo finalmente la loro terra e saranno presto in grado di poterla raccontare!

 Michele Merenda