Il CAI di Lecco alle Eolie: da Salina ad Alicudi e Filicudi

Giunge al termine il tour del CAI di Lecco – sez. G.E.O. (Gruppo Età Oro) nelle isole Eolie. Facendo base a Salina ed esplorando per la “Festa della vendemmia” la montagna locale ricca di sentieri e vegetazione – oltre alle escursioni a Panarea e Vulcano di cui si è scritto ultimamente –,  la simpatica comitiva ha visitato fugacemente anche Alicudi e Filicudi.

La prima – isola misteriosa e arcaica per eccellenza, come già scritto in precedenza su queste pagine (leggi articolo) – è stata percorsa sui suoi ripidi scalini solo in minima parte, fino alla chiesa della Madonna del Carmine, esattamente dopo 208 gradini (misurazione fornita dalla mappa Eolie trekking – casa editrice Arbatus). Si tratta della chiesa più bassa, mentre quella patronale di S. Bartolo si trova decisamente più in alto. Ma dall’ampio spazio di questo edificio sacro si gode comunque di un’ottima vista sulle altre isole (vedi foto in alto a destra), oltre che sul mare cristallino che domina l’arcipelago anche durante la bassa stagione. Un luogo sicuramente ottimo per cominciare a scattare delle belle foto.

Dopo questo breve assaggio di escursione in una delle isole più apprezzate per il trekking, si è fatto capo a Filicudi. Anche su di essa circolano strane storie e, allo stesso tempo, i panorami continuano a lasciare sbalorditi. Vasta, dai percorsi davvero numerosi, con un ampio ventaglio di scelte per l’escursionismo.

Una volta arrivato, il gruppo non poteva non visitare i due antichi villaggi. Il primo, quello di Filo Braccio, è situato sul mare e risale addirittura agli albori dell’Età del Bronzo. Il secondo, quello ben più famoso ubicato lungo il promontorio di Capo Graziano (uno dei tanti vulcani spenti dell’isola, foto in basso a destra), è invece contemporaneo degli altri ritrovati anche a Panarea, Salina e Lipari; la medesima civiltà, anche se il luogo è stato frequentato anche in precedenza…

La comitiva lombarda si è resa così protagonista di una escursione immersa nella storia e negli aneddoti, come del resto avviene sempre nelle tappe di Umarruggiu.it; una realtà che può essere appurata solo vivendola direttamente. Dopo, si è fatto in tempo a percorrere anche la strada che porta alla vecchia cava di pietra che si trova proprio sul mare, dove un tempo si creavano le grandi macine da frantoio che poi venivano portate sulle altre isole e anche in Sicilia. Ancora oggi, lì, è possibile poterne ammirare qualcuna.

Il viaggio è terminato. Gli amici di Lecco tornano a casa e per quanto portino sulle spalle qualche anno in più, di strada per le isole ne hanno fatta davvero tanta. Si spera di poterli rivedere presto, con l’augurio che tanti altri seguano il loro magnifico esempio. Vi aspettiamo!

Michele Merenda