Diario di viaggio, terza puntata: escursione a Salina, verso Valle Spina

Il tramonto di Valle Spina

Il trekking per le Eolie diviso in cinque giornate continua ed effettua una lunga sosta a Salina, il cuore verde dell’arcipelago (puntate precedenti: link 1link 2). Due gli appuntamenti previsti per vivere le montagne gemelle, che diedero all’isola l’antico nome greco di Didyme (“la gemella”, per l’appunto).

La meta del terzo giorno è Valle Spina (anche scritto “Vallespina”), nella zona conosciuta popolarmente come la “Praiola”. È un posto che ancora oggi viene collegato da ben quattro strade principali nel territorio del Comune di Leni (tra cui vi è quella che passa nell’area della “Pietra che suona” – link 1, link 2); un’abbondanza di vie che testimonia come questo luogo un tempo fosse molto trafficato per via dell’incredibile quantità di ulivi, i cui terrazzamenti con gli antichi muri a secco ancora perfettamente in piedi stanno a testimoniare le grandi capacità costruttive degli eoliani. Il luogo, però, è stato raggiunto effettuando un cammino più lungo, quello cioè che parte dalla stazione semaforica (u Semaforo) che domina strategicamente su Pollara. Un posto che per la sua storia meriterebbe trattazione a sé…

Il cammino del tardo pomeriggio ha portato il gruppo lungo una strada che costeggia dall’alto il piccolo paese adagiato sul fondo di un (mezzo) vulcano in cui è stato girato “Il Postino”, l’epitaffio cinematografico di Massimo Troisi. Una visuale assolutamente inedita, che guardando verso il mare aperto ha pian piano spinto il cammino a quota 600 m, sui resti di Pizzo Corvo, il vulcano più antico dell’isola (altro accostamento incredibile: l’edificio vulcanico più vecchio e quello più giovane, uno accanto all’altro!).

Seguendo il sole che calava lentamente sull’orizzonte, la marcia ha continuato svoltando la montagna e cominciando la discesa, con lo sguardo puntato costantemente verso quello strapiombo in cui osano solo i falchi migratori. Un lungo viaggio il loro, proprio come quello dei visitatori che hanno voluto vivere l’arcipelago in questa avventura…

Poi, dopo aver organizzato una cena, si è continuato grazie alla luce delle torce e della luna quasi piena. Un giro che ha cominciato ad assumere i contorni della contemplazione e della misticità – come spesso avviene a Salina –, raggiungendo poi la sua completezza in quello che sarà il prossimo appuntamento che verrà presto raccontato.

Michele Merenda