Diario di viaggio, seconda puntata: escursione verso il cratere di Vulcano

Ecco subito arrivati al secondo appuntamento, durante il tardo pomeriggio dello stesso giorno in cui si era andati nell’isola di Lipari, dalle cave di Caolino alle terme di S. Calogero (leggi articolo). Il passaggio repentino ha portato il gruppo in un luogo ancora più misterioso del precedente: il cratere dell’isola di Vulcano.

Prima semplice terra bollente, poi fucina di armi celesti nel calore rovente delle sue viscere… fino a zona di purgatorio e infine silenzioso antro dell’inferno, così come oggi si presenta. Questo è il luogo dove quel santo eremita di cui si è parlato nella prima puntata vide far precipitare delle anime dannate direttamente nella bocca fumante, per mano di chi era stato in vita vessato.

La salita del gruppo è proceduta sotto un cielo cupo, degno scenario dell’antro che il cratere di Vulcano nei secoli è diventato. Una lenta risalita fino ai cancelli degli inferi, dove quel giorno – però – l’attività sembrava più attiva che mai. Lo si è colto subito, poco prima di arrivare al cratere, mentre l’aria diventava sempre più calda e polverosa. Luce plumbea, mentre le fumarole si sollevavano insolitamente alte e fitte nella quiete irreale.

Per non attraversare e quindi non rischiare di respirare il muro gassoso degli elementi (o forse per non essere sfiorati dalle anime in cerca di pace…?), si è saliti sul lato opposto della sommità; una volta arrivati nella zona segnata da numerosi incroci di strade, si è scesi lungo una parete ripida di sabbia, apparentemente senza via da percorrere. Invece il percorso c’è, lo si può intuire solo scendendo, mentre è impossibile da praticare in salita.

Una scorciatoia che ha fatto diventare bambini i grandi dopo i timori iniziali, divertendoli senza che si volesse più smettere. Poi, tornati sulla strada maestra e concluso il tragitto, un bagno liberatorio nelle acque del mare eoliano. E l’avventura nelle isole Eolie continua, sempre differente…

Michele Merenda